L’incredibile sviluppo tecnologico degli ultimi vent'anni ha fatto sì che il management di una popolazione in un determinato spazio fisico (sia una smart-city, una carrozza di un treno, una sala di un centro commerciale, uno spazio adibito a eventi) non sia più un miraggio.
Questa gestione può oggi essere effettuata con rigore e metodo grazie alla tecnologia attualmente disponibile. Quella che un tempo era soprattutto un’arte “politica” e di controllo delle masse, oggi è una scienza esatta esercitata da specifici player di mercato che, in sinergia con i policy makers, permette al decisore di operare le migliori scelte perché il crowd management sia efficace, smart, agile e inclusivo.
In tale ottica, G-move si inserisce come player depositario di una propria tecnologia brevettata, attraverso la quale riesce a ottenere dati relativi al "people flow monitoring” e a offrire come feedback KPI sui flussi di traffico presenti all’interno di un determinato spazio fisico.
Ciò viene realizzato tramite l’analisi e il riconoscimento delle onde Wi-Fi, una tecnologia già esistente ma implementata da G-move nel suo sensore, la quale consiste, fra le altre cose, in uno scanner che capta, nell’arco di decine di metri, l’”hello message” - il periodico segnale che ogni device con connettività Wi-Fi invia tramite antenna agli access point del network locale per segnalare la propria presenza. Memorizzato il segnale suddetto, ne inizia il tracciamento.
G-move non è ovviamente l’unica realtà a proporre counting technologies, e molte altre sfruttano tecnologie diverse per la gestione del “people flow monitoring”. Ad esempio, altri player hanno investito e tuttora investono nella commercializzazione di videocamere.
Definire e stabilire se G-move con il suo innovativo sensore sia migliore di altre aziende che commercializzano videocamere non ha molto senso, in quanto ogni tecnologia ha i suoi pro e i suoi contro. Un equilibrato confronto fra le due tecnologie in questione può solo offrire feedback e spunti di miglioramento nel crowd management
Occorre, anzitutto, premettere quanto segue: nello specifico, quando si fa riferimento all’uso delle videocamere nel crowd management, si impiega il termine «counting cameras», le quali, più che essere un singolo prodotto, sono una serie di device, ciascuna con le proprie feature e punti di forza.
Con l’espressione counting cameras si conviene di indicare telecamere di sorveglianza a circuito chiuso (closed circuit television, CCTV), videocamere 2D e 3D e, in generale, AI-powered cameras.
Le CCTV sono ormai destinate a svolgere ciò che viene chiamato “monitoraggio passivo”, e relegate a un ruolo di sorveglianza in determinati ambienti come aeroporti e stazioni, sebbene possono essere anch’esse implementate con algoritmi di AI.
Le videocamere 2D riescono a segnalare la presenza di un flusso di persone,sfruttando la loro capacità di detection del movimento. Con il Machine Learning (ML) e con algoritmi dedicati sono in grado di essere molto efficienti nel people counting. Se è possibile arrivare a un’elevata accuracy (quasi il 98%), questa è però potenzialmente inficiata da vari fattori come, ad esempio, un’illuminazione non ottimale. Le videocamere 3D, invece, non risentono, almeno fino a un certo punto, delle condizioni di luce, permettendo un monitoraggio ancora più accurato ed efficiente.
D’altro canto, i punti di forza di G-move risiedono tutti nell'indipendenza da qualsiasi fattore di illuminazione, nella facilità di installazione e nella flessibilità di posizionamento in quanto il sistema non ha “occhi” con cui guarda ma “orecchie” con cui ascolta, e questo gli permette di funzionare anche se nascosto. Inoltre non dipende direttamente da un algoritmo per il riconoscimento delle persone e per il monitoraggio dei loro flussi, dal momento che l’”aggancio” del messaggio hello, come si è detto, avviene inizialmente via hardware.
Altrettanto importante ai fini del confronto è il tema della privacy.
Certo, le aziende che producono e commercializzano sistemi di counting cameras tutelano al massimo la privacy, essendo compliant con la normativa (come il GDPR) e criptando i dati, il punto di cruciale differenza risiede nello storage del dato: i sistemi di counting cameras non possono conservare dati sulla persona quindi non possono tracciare le persone nel tempo riconoscendo ad esempio la frequenza con cui i visitatori utilizzano lo spazio. Non possono inoltre tracciare il percorso delle persone se sono integrate più videocamere nel processo, per ovvi motivi di salvataggio e confronto del dato.
Tutto questo è invece possibile per G-move che potendo salvare dati anonimi può aggiungere la variabile tempo alle suo analisi sbloccando immense potenzialità e rendendo la decisioni del gestore davvero precise.
A parità di fattori, non si esagera dicendo che G-move offre una soluzione innovativa, efficiente e accurata nel massimo rispetto della privacy.